Argumento de Marciapiedi Di Roma: 25 Anni Di Fotografia Di Franco Di Giamberardino
Encuadernación: Rústica
Se è vero che la fotografia fissa, allora la forza di queste ottanta, bellissime foto di Franco Di Giamberardino, sta nel puntare lo sguardo su chi, in genere, si evita di guardare, su quelle persone attorno alle quali la vita della città scorre, quasi scivola senza considerarli. Sono, appunto invisibili, che qui diventano soggetto, che marcano i contorni dell'immagine, la seguono con le loro vite a margine, a volte persino la superano.
E allora, obbligandoci a guardare, vediamo finalmente i loro volti, gli sguardi, seguiamo le rughe delle mani, i labirinti delle borse accatastate, i ripari di cartone, gli angoli delle strade, e tutto appare assolutamente forte, vivo, umano.
Cosí, credo che questa esposizione sottolinei, oltre che la grande cifra artistica con cui Di Giamberardino fotografa, la necessità di non rubricare, freddamente, i protagonisti di queste vite, di non escluderli come cartacce abbandonate, ma leggerne l'umanità, conservare e includere le loro esistenze nella vita della comunità cittadina. Per questo non abbiamo voluto dimenticarcene, emarginarle con una fredda dizione di senza fissa dimora, ma cercare di renderle visibili, di assisterle concretamente, di poter giungere almeno alla soddisfazione di affermare, come è stato per lo scorso inverno, che, sui Marciapiedi di Roma nessuno ha trovato la morte per freddo o per fame. Piuttosto, un aiuto.
Perché, la loro, è comunque vita che appartiene alla storia e alla memoria di questa grande città. I loro volti, come dimostra Di Giamberardino sono parola, sono forza.
Edoardo Galeano ha scritto: La fame assomiglia all'uomo che questa stessa fame sta uccidendo. L'uomo assomiglia all'albero che sta abbattendo. Gli alberi hanno braccia, le persone hanno rami. Corpi rugosi. Nodosi: alberi fatti d'ossa, gente fatta di radici e nodi che si prosciugano al sole. Alberi e persone, senza età. Tutti nati migliaia di anni fa: chi sa dire quanti? Eppure rimangono in piedi sotto al cielo che li ha dimenticati.
Il cielo di Roma non li ha dimenticati, e sotto questo cielo c'è un luogo, vi Modesta Valente, che è l'indirizzo del loro domicilio, un piccolo approdo al quale appoggiarsi in questo loro passaggio.0